5 modi in cui la cultura giapponese ha migliorato la mia scrittura
La cultura giapponese mi affascina da quando, a 11 anni, ho scoperto il Karate, un grande amore che mi ha accompagnato fino al primo anno di università, poco dopo aver raggiunto il traguardo della cintura nera. Anche se la pratica costante è terminata per lasciare più spazio agli studi e alla scrittura, la sua filosofia è un tesoro che porterò con me per tutta la vita.
Sono stregata dal modo in cui i giapponesi riescono a trasformare qualsiasi cosa, anche la più semplice e in apparenza banale, in una disciplina che migliora il benessere psicofisico. Hanno l'abilità innata di far indossare a ogni gesto una grazia trasparente, che non si vede ma si sente con il cuore. C'è calma nei loro movimenti, e allo stesso tempo una forza prorompente che deriva dal totale controllo della loro energia. Nessun dettaglio viene trascurato, anzi, è ciò che brilla con maggiore intensità.
Questa attenzione ai particolari e alla semplicità mi ispira profondamente, e cerco di trasferirla nella mia scrittura.
1) Karate: determinazione e costanza nella scrittura
Il Karate mi ha insegnato che la disciplina non è solo fisica, ma anche mentale, un equilibrio che si riflette in ogni aspetto della mia vita, inclusa la scrittura. Determinazione e costanza sono il cibo che mi offre la filosofia di quest’arte marziale da oltre vent'anni, e della quale non sarò mai sazia. Perché scrivere senza queste due virtù vuol dire arrendersi al primo ostacolo. Significa rinunciare senza averci provato davvero, e negarsi l'opportunità di scoprire cosa si nasconde sotto la paura. Il Karate mi insegna a perseverare, a superare le difficoltà e a continuare a migliorare, ogni giorno, anche nella scrittura.
2) Il Kintsugi della scrittura: riparare con le parole
Uso la scrittura come il Kintsugi, l'antica arte giapponese di riparare con l’oro le ceramiche rotte, per ricucire le mie ferite con le parole e dare alle mie emozioni un volto irripetibile. Come il Kintsugi, la scrittura trasforma le crepe in elementi preziosi, rendendo ogni storia e ogni emozione un pezzo unico. Questo processo di riparazione attraverso le parole mi permette di affrontare le mie paure e di trasformarle in qualcosa di bello e significativo.
3) La cerimonia del tè: fiducia e presenza nel processo creativo
Sfrutto la cerimonia del tè (Cha no yu) per imparare a fidarmi delle mie mani sulla tastiera e vivere il piacere del tempo presente mentre scrivo. La cerimonia del tè è un rituale di estrema precisione e presenza mentale, e mi insegna a essere presente in ogni momento del processo creativo, a godere del semplice atto di scrivere senza preoccuparmi del risultato finale. È una lezione di pazienza e dedizione, che mi aiuta a mantenere la concentrazione e a trovare piacere nel processo stesso della scrittura.
4) Shinrin-yoku: la creatività nella natura
Lascio che la creatività fluisca dentro di me mentre cammino nella natura, abbandonando la mia mente al potere salvifico della foresta, come nello Shinrin-yoku che studio dal 2018. Questa pratica giapponese di "bagno nella foresta" mi permette di ricaricare la mente e il corpo, di trovare ispirazione nel silenzio e nella bellezza della natura. La connessione con la natura mi aiuta a liberare la creatività e a portare una freschezza e una vitalità nuova nella mia scrittura.
5) Ikebana: l'arte di disporre le parole come fiori
E poi c’è l’Ikebana: l'arte giapponese di disporre i fiori a scopo ornamentale, che è una dimostrazione d'amore nei confronti della natura e una disciplina spirituale che confluisce emozioni, istinto e creatività in una composizione floreale. Nell'Ikebana si studiano forme e colori per disporre fiori e altri elementi vegetali in modo equilibrato e armonioso. Questo approccio mi ispira a trattare la scrittura allo stesso modo: immagina le parole al posto dei fiori e un foglio di carta invece di un vaso. Scrivere un racconto, un romanzo o una poesia è come cimentarsi nell'Ikebana.
Attraverso pochi elementi scelti con estrema cura, possiamo creare una composizione scritta dal forte legame con il nostro io. Parole e punteggiatura creano così una danza armoniosa che simboleggia il rapporto con noi stessi e con l'universo.
Il Giappone, con i suoi riti e le antiche tradizioni, è una continua fonte d'ispirazione per me, anche quando scrivo. Cerco di attingere il più possibile alla sua leggerezza tagliente per dare alla mia scrittura una forma saggia ed elegante, semplice e fresca come un ruscello di montagna, agile e melodiosa come il canto di un usignolo. La scrittura, per me, deve essere un equilibrio tra forma e contenuto, un flusso naturale che scorre libero ma guidato da una mano sapiente.