Per scrivere un romanzo bisogna per forza seguire delle regole?
"Che lo vogliamo o no, quando creiamo una storia, facciamo riferimento a una struttura ben precisa che i manuali tentano solo di sistemizzare, non di concepire."
Questa frase di Maria Carla Virzì cattura perfettamente l'essenza della narrazione: una struttura che esiste indipendentemente dai tentativi di formalizzarla. È una struttura flessibile, e sta a noi adoperarla e riprodurla secondo le nostre esigenze, gusti, obiettivi e ispirazione. Quanto più conosciamo le sue potenzialità, tanto più potremo spaziare liberamente tra un punto di svolta e l'altro, tra un plot e un subplot, tra un'illuminazione e una trasformazione.
Troppa libertà rischia di farci perdere il controllo
Adoro Maria Carla Virzì perché il suo scopo non è quello di ingabbiare gli scrittori all'interno di schemi narrativi che soffocano la creatività. Al contrario, lei ci tiene a puntualizzare una cosa importantissima: "Siate storyteller liberi e consapevoli."
È anche la mia risposta quando qualcuno mi chiede se deve per forza utilizzare tutti gli strumenti dello storytelling che spiego a lezione. La scrittura è prima di tutto libertà. Libertà di creare qualcosa di nuovo con la nostra fantasia e le nostre emozioni. Deve esserlo in un certo senso, altrimenti escludiamo uno dei pilastri di quest'arte: il divertimento.
Tuttavia, libertà senza controllo può causare parecchia confusione e un blocco da pagina bianca dietro l'altro. Quando rifiutiamo la tecnica per affidarci solo all'istinto e al nostro flusso emotivo, rischiamo di perderci. Scrivere sul momento, senza fermarsi a riflettere, può essere liberatorio, ma dobbiamo essere consapevoli dei rischi che stiamo correndo, specie se il nostro obiettivo è scrivere un romanzo e magari proporlo a un editore. La libertà è fondamentale, ma deve essere bilanciata con una certa dose di disciplina e consapevolezza tecnica.
Conoscere per scegliere e dosare
Conoscere i meccanismi della narrazione, che utilizziamo più spesso di quanto crediamo, ci dà la libertà di scegliere quali usare e in che punto della nostra storia. Non si tratta di seguire rigidamente delle regole, ma di capire cosa ci piace e cosa invece non ha alcuna funzionalità nelle vicende che vogliamo scrivere. La struttura narrativa ha un che di universale, e una volta compresa, possiamo piegarla e modellarla a nostro piacimento, rendendo la nostra storia unica.
C’è però una regola che non possiamo permetterci di trasgredire: ci vuole passione. Sempre. Non un semplice piacere nel mettere in fila le parole, ma un bisogno ancestrale di creare nuovi mondi che rispecchiano chi siamo, cosa amiamo, e ciò che è davvero importante per noi. Senza passione, la scrittura diventa un esercizio sterile, privo di vita.
La tecnica può aiutare, la struttura può guidare, ma è la passione che anima ogni parola e dà senso a ogni storia.